Fabrizio de André - Un giudice
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Tuning: E A D G B E
Un giudice - Fabrizio De Andre'
[Verse 1]
AmCosa vuol dire Dmavere un metro e E7 mezzo di stAmatura,
ve lo rivelan glDmi occhi e le baG7ttute dellaC gente,
o la curiosDmità di una rE7agazza irrivFerente,
che vi avvicinaDm solo per un suo duG7bbio impertCinente:
vuole scoprir se èDm vero quanto siE7 dice intorno ai Fnani,
che siano i più foDmrniti della viG7rtù meno appCarente,
Dmfra tutte le viAmrtù la più indE7ecenAmte.
[Verse 2]
Passano gli anni, iDm mesi, e se li E7conti anche i mAminuti,
è triste trovarsi adDmulti senza esG7sere crescCiuti,
la maldicenza iDmnsiste, batte laE7 lingua sul taFmburo,
fino a dire che unDm nano è una cG7arogna di sCicuro,
Dmperchè ha il cuore Amtroppo, troppo vE7icino al buco deAml culo.
[Verse 3]
Fu nelle notti iDmnsonni, vegliatE7e al lume del rAmancore
che preparai glDmi esami, diveG7ntai procuCratore,
per imboccar la sDmtrada che dalle E7panche di una catFtedrale
porta alla sacresDmtia quindi alla cG7attedra di un triCbunale:
Dmgiudice finalmente,Am arbitro in terrE7a del bene e delAm male.
[Verse 4]
E allora la mia Dmstatura non disE7pensò più buonuAmmore
a chi alla sDmbarra in piedi G7mi diceva "VosCtro Onore"
e di affidaDmrli al boia fu uE7n piacere del tutFto mio,
prima di geDmnuflettermi nell'G7ora dell'adCdio,
Dmnon conoscendo Amaffatto la sE7tatura di DAmio.