Roberto Vecchioni - Celia de la serna

Non scrivi ^Apiù, e non ti sento^Dm più so quel che ^Afai, e ho un po' paura… ^Dmsai son senza ^Asole, le strade di ^DmRosario fa male al ^Ccuore, avere un figlio straordinari^Dmo saperti ^Gm7là, sono orgogliosa e so^Dmla ma dimenticar^A7ti, è una paro^Dmla.

Bambino m^Aio, chicco di sale^Dm sei sempre ^Astato, un po' speci^Dmale col tuo pallo^Ane, nero di lividi e di bott^Dme e quella tosse… ^Camore, che non passava mai la not^Dmte e scamicia^Gm7to, davanti al fiume ore e o^Dmre chiudendo gli oc^A7chi, appeso al cuore.^Dm

O madre, ^Cmadre che infini^C7to immenso cielo^F sarebbe il m^Gm7ondo se assomigliasse a te^Dm uomini e sog^Gm7ni come le tue paro^Dmle la terra e il gra^Ano come i capelli tuoi^Dm.

Tu sei il mio ca^Anto, la mia memoria^Dm non c'è nient'al^Atro, che la mia stori^Dma a volte sa^Ai, mi sembra di senti^Dmre la poderos^Ca, accesa nel cortile^Dm e guardo fu^Gm7ori: Fuser, Fuser è ritornat^Dmo e guardo fuo^A7ri, c'è solo il prat^Dmo.

O madre, madr^Ce se sapess^C7i che dolor^Fe non è quel mo^Gm7ndo che mi cantavi t^Dmu tu guarda fuo^Gm7ri, tu guarda fuori sempr^Dme e spera ^Asempre di non vedermi ma^Dmi sarò quel fi^Gm7glio che ami veramen^Dmte soltanto e so^Alo finché non mi vedra^Dmi…