Fabrizio de André - Un matto

Tu ^Bbprova ad avere un mo^Ebndo nel cuo^Bbre e non ^Ebriesci ad espr^Bbimerlo con^C7 le paro^Fle e ^Ebla luce del giorno si di^Fvide la pia^Bbzza tra un vill^Ebaggio che ri^Bbde e te, lo sce^Fmo che pas^Bbsa e ^Ebneppure la notte ti la^Fscia da so^Bblo gli altri s^Ebognan sé ste^Bbssi e tu so^Fgni di lo^Bbro. ^Ebmmmmh^Bbhhh ^{F Bb}mhhh ^Ebmhhh ^Bbmhhh^{F Bb}

E ^Bbse anche tu andr^Ebesti a cerc^Bbare le ^Ebparole si^Bbcure per far^C7ti ascol^Ftare ^Ebper stupire mezz'ora basta un l^Fibro di s^Bbtoria io ce^Ebrcai d'impa^Bbrare la Tre^Fccani a me^Bbmoria e ^Ebdopo maiale, Majakovsk^Fij malfa^Bbtto contin^Ebuarono gli a^Bbltri fino a l^Feggermi ^Bbmatto.

E s^Benza sapere a chi do^Evessi la ^Bvita in ^Eun mani^Bcomio io ^C#7l'ho rest^F#ituita qu^Ei sulla collina dormo m^F#alvolent^Bieri ep^Epure c'é ^Bluce ormai, ^F#nei miei pen^Bsieri q^Eui nella penombra ora i^F#nvento p^Barole ma rimp^Eiango una l^Buce, la ^F#luce del ^Bsole.

m^Emmh^Bhh ^F#mhhh^Bhh m^Ehhh^B mm^F#mhhh^Bh [Verse 4] Le ^Bmie ossa regalano an^Ecora la ^Bvita le ^Eregalan^Bo ancora ^C#7all'erba ^F#fiorita ma^E la vita é rimasta nell^F#e voci i^Bn sordina d^Ei chi ha ^Bperso lo sce^F#mo e lo pian^Bge in collina d^Ei chi ancora bisbiglia ^F#con la s^Btessa ironia una mor^Ete pietos^Ba lo str^F#appò alla^B pazzia

aa^Eah a^Baah ^F#mhhh^Bh m^Ehhh^B mm^F#mhhh^Bh