Emanuele Colandrea - Notti romane

^CTi parlo ^Epiano, come soffi^Amare dentro a un ^Forecchio ^C tutte le ^Escuse per la ^Ammia poca alle^Fgria insonnolita ^C e forse è stato il ^Eviaggio o forse il ^Amtempo che non ho ^Favuto ancora^C di raccont^Eare o a questo ^Amsabato, del nostro ^Fabbraccio

^Cfumo e can^Edele luogo co^Ammune di questa ^Fsera ^Cil locale piano piano ^Epieno di mini ^Amgonne e savoir ^Ffair ^Ccorpi scolp^Eiti e disorient^Amati da qualche ^Fluce inde^Ccisa che non si a^Eccende e che non si ^Amspegne e intanto tip ^Ftap tip tap

^Cmentre si ^Emuove in mezzo a ^Amtanto ballare^F il tuo sorriso il tuo ^Cviso io sono ^Estanco ma tu cont^Aminua, tu cont^Finua ti prego ^Cvoglio ved^Gerti danz^Amare come la ^Fpioggia si appoggia sul ^Cmare volteggi, ^Gtanghi e sud^Amore, in mezzo a ^Ftanto rumore^C e remare voglio ved^Gerti danz^Amare come la ^Fpioggia si appoggia sul ^Cmare volteggi, ^Gtanghi e sud^Amore, in mezzo a ^Fquesto rubarti ^C

^Cio ti cerco ^Epiano come ri^Amcordi in fondo ad un so^Fffitto ^Ctra facce, altre ^Escuse e modi di ^Amdire per non re^Fstare andar via ^Cma volume ^Ealto e qualche ^Amgin fa roto^Flare per terra ^Cun suona^Etore che a malin^Amcuore si rialza, ^Fsorride e saluta

^Cmentre si ^Emuove in mezzo a ^Amtanto ballare il ^Ftuo sorriso il tuo ^Cviso io sono ^Estanco ma tu con^Amtinua, tu con^Ftinua ti pre^Cgo voglio v^Gederti dan^Amzare come la ^Fpioggia si appoggia sul^C mare volteggi,^G tanghi e sud^Amore, e in mezzo a ^Ftanto rumore e^C remare voglio ve^Gderti dan^Amzare come la ^Fpioggia si appoggia sul^C mare volteggi,^G tanghi e sud^Amore, e in mezzo a ^Fquesto rubarti^C