Appino - La festa della liberazione

^DLa festa della liberazione Da questa ^Bmvoglia di serenit^Dà E da quelli ubri^Aachi che belle parole Da quegli ^Gsbronzi d autori^Dtà

E congiun^Bmtivi di nessuna utili^Dtà Di ris^Apetto per se stessi e per gli altri Pratica^Gmente l’infelic^Dità. E questi bam^Gbini pimpanti co^Adardi che hanno già^D perso la vergini^Gtà ^BmL’imene rotto della me^Araviglia, nessuna sc^Gintilla, un^A7a sega a m^Detà.

Ce ne son ^Bmmolti di cui mi lib^Dererei A comin^Aciare da quelli di famiglia Dai tarli^G che mi han regalato i ^Dmiei

Dalla tua ^Bmscuola, dall’univers^Dità. Che ti ha inseg^Anato soltanto ad imparare per impa^Grare e adesso che si ^Dfa? E mia s^Gorella, rizza cazzi per ^Ascelta un piercing sull’om^Dbelico e sei una celebrit^Gà. In questo pae^Bmsino di grandi dep^Aressi Pochi squallidi am^Gplessi, la ^A7mediocrit^Dà.

Da tutti gli a^Bmtei compreso il sottos^Dcritto Io prego m^Aolto, ma molto di più Di chi si ingin^Gocchia e prega il soff^Ditto.

Le st^Bmelle non guardarle ^Dmai Ho pa^Aura di vederlo spuntare, sorride e dice: ^GAppino, che cazzo ^Dfai? E la ma^Grcia nuziale di tutti, E l’aereo che^A passa e^D lascia un^Ga scia Che di^Bmvide il cielo da quelli ^Abuoni e da quelli che han bi^Gsogno d^A7ella poli^Dzia.

Da questo ta^Bmlento di perdonarmi ^Dtutto E perdono gli^A altri solo s’è comodo a me. Dio, quante ^Gballe che mi son ^Ddetto e che ho detto a tutti quanti voi. Invitati a casa ^Bmmia e poi lasciati ^Dfuori E mia sor^Aella piange di nascosto La sua rag^Gazza le ha detto: ^DMuori! E tutti i ^Gmaschi del paese sono in ^Atiro nell’attesa s^Di picchiano per toccarsi u^Gn po’. Quant’^Bmè brutta tutta questa ^Acampagna, la gente ^Gsi lagna e^A7 nemmeno un ^Dfalò. Mentre al ^Gcentro han rubato il ^Asenso, centrare un ber^Dsaglio è quello che v^Gorrei Come mio ^Bmpadre 34 anni f^Aa Una vita ad allonta^Gnarlo e diven^A7tare come l^Dui.